Il Mercante dei Quadri Perduti by Sara Houghteling

Il Mercante dei Quadri Perduti by Sara Houghteling

autore:Sara Houghteling [Houghteling, Sara]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 2011-12-15T09:02:56+00:00


«E sta’ attento!» gli gridò il garçon, spingendolo giù dal marciapiede.

Il reporter scattò una foto all’edificio: vedendo il lampo del flash tutti si spinsero verso il portone. Falso allarme. «Che è venuto a fare Chevalier nel quarto arrondissement?» domandai alla bionda che avevo accanto, una faccia da bambola con la veletta nera sugli occhi.

«Non lo so e non m’interessa» dichiarò. «È da una vita che non lo si vedeva in giro!»

Un ragazzino disse: «La fidanzata di Chevalier è ebrea. I suoi genitori abitano da queste parti». Proprio in quel momento il celebre cantante comparve sulla porta dell’albergo con l’abituale completo bianco di lino e il cappello di paglia sulle ventitré. Con un urlo la folla avanzò verso di lui.

«Parlaci di Mistinguette» strillò un giornalista, allungando il collo in mezzo alla moltitudine. Chevalier si tolse la paglietta e ci guardò dentro. «Per me è come se fosse morta» sibilò.

«E che ci dici di Hollywood?» gli gridò un altro cronista. « I love it» disse il divo, con un sorriso smagliante.

«Monsieur Chevalier, perché non ci canta una canzone?» fece una donna.

«Can-zo-ne! Can-zo-ne!» lo incitò la folla.

« Prosper!» suggerì qualcuno.

« Ma pomme!»

« Perché non Dans la vie faut pas s’en faire!»

« Valentine!» urlò Chaim, le mani a coppa ai lati della bocca.

«Chaim?» gli dissi, guardandolo con aria divertita. Lui fece spallucce.

«Che vuoi che ti dica? Ha una gran voce!»

«No, Ça sent si bon la France!» Quest’ultima richiesta gelò l’entusiasmo dei presenti. « C’est un faux pas» mormorò ridacchiando la bionda accanto a me. Era risaputo che il motivo, scritto durante l’occupazione, era molto amato dalle truppe tedesche e dai loto simpatizzanti francesi.

« Collaborazionista!» ringhiò un giovanotto con la cravatta e il cappello grigio, facendosi largo a spintoni. «Amico dei boche» Un mormorio si levò dalla folla.

Giunto al cospetto di Maurice Chevalier, il giovane gli sferrò un cazzotto sulla guancia. Il cantante arretrò barcollando e la paglietta gli cadde dalla testa. Un refolo improvviso la fece volare in mezzo alla strada e due donne le diedero la caccia fra il ticchettio dei tacchi sul selciato.

La folla si apri e nessuno cercò di fermare il giovanotto, che corse via a gambe levate, la cravatta che gli svolazzava dietro le spalle.

Il cameriere porse un tovagliolo al cantante che se lo premette sulla guancia abbronzata. «Volete ancora che canti per voi?» chiese, lisciandosi i capelli.

«Si» risposero all’unisono gli astanti. Io e Chaim ci guardammo.

«Vuoi rimanere?» gli sussurrai.

«Naturalmente» rispose. «Una cosa del genere non capita tutti i giorni!»

«Per il signore con il suggestivo cappello nero» annunciò il cantante. « Valentine».

Tutti si voltarono a guardare Chaim, che fece un cenno al divo.

Chevalier si scostò il tovagliolo dalla guancia. Due macchie di sangue erano rimaste impresse sul cotone bianco. «Però ho bisogno di una dama cui rivolgere il mio canto» disse, scrutando fra il pubblico. Anche i clienti del caffè si erano alzati per ascoltarlo. Solo alcuni indugiavano ancora ai tavolini e parlavano apposta a voce alta.

«Mademoiselle… Sì, tu… Bella biondina con il viso d’angelo, non nascondere il tuo sorriso sotto quel velo.



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